VITA VUOTA
di Alessandro Felice


Solo quando alzò la testa dal cuscino Damar si rese conto che due bottiglie di kanar erano troppe anche per lui.
Il dolore alle tempie fu accecante e lo costrinse a stendersi di nuovo, imprecando contro sé stesso e la sua debolezza.
Era sempre stato un gran bevitore, non perché avesse il palato fine ma perché ingurgitava tutto quello che trovava a portata di mano, comunque non aveva mai capito da cosa fosse dipesa questa mania.
Aveva passato ore a chiederselo, naturalmente sempre sotto l'uso di super alcolici, ma mai aveva trovato una risposta, evidentemente quello era il giorno giusto, non si ricordava da dove ma aveva letto che manie come questa nascevano per un grande rimorso.
Scavò a fondo nel suo cervello di rettile, come lo chiamavano i suoi colleghi umani, ma non trovò niente, proprio in quel momento suonarono alla porta, ancora mezzo stordito si alzò e disse avanti, la figura che prese forma davanti a lui era quella di sua moglie Lela, lo salutò con la sua solita frase sarcastica: "Niente Bajoriani per cena?". Erano passati pochi anni dall'occupazione bajoriana e lui si era già dimenticato di tutto quello che aveva fatto, aprì la sua mente e dopo aver emesso un fragoroso rumore capì che era quello il rimorso che lo spingeva a bere, bere per dimenticare, ma proprio nel bel mezzo dei suoi pensieri la moglie lo interruppe e lo risalutò "Torno subito, Boia".
Ancora sotto l'effetto dell'alcool l'umanoide si rialzò e si diresse verso il bagno, si guardò allo specchio fissando per un minuto la sua faccia immobile, non disse niente, ma una lacrima scese da un suo occhio lentamente, tutti quei cadaveri, tutte quelle vittime della sua gloria gli ripassarono davanti agli occhi, emise un urlo stridulo: "No!", si precipitò di scatto contro l'unico oblò della sua camera, con la testa ruppe il vetro protettivo, il campo di forza reagì tardi e la sua fine fu strana, diversa, inspiegabile per l'unica persona che lo aveva amato, lei disse solo "E' proprio vero che ti rendi conto delle cose importanti solo quando vengono a mancare".
I Klingon dissero "è morto con onore", i Bajoriani urlarono di gioia, i Cardassiani lo odiarono, per gli umani del XX secolo sarebbe soltanto uno tra i tanti.