IL PROSSIMO PASSO DI DUKAT (Dukat's next step)
di Invicta

Traduzione: The Spy


SOMMARIO: Il racconto narra gli avvenimenti accaduti a Dukat dopo gli eventi di "What you leave behind", l'ultimo episodio di DS9. Contiene qualche spoiler di quell'episodio.

DISCLAIMER: Star Trek DS9 e i personaggi di Star Trek sono di proprieta' della Paramount Pictures. Tutti i diritti sono riservati e nessuna infrazione e' voluta.
Mille grazie a Kira-nerys per essere stata la mia beta reader.


Era caduto nel fuoco, era stata una caduta molto lunga, ma il suo atterraggio era stato soffice e senza dolore. Dukat non poteva vedere niente, l'oscurita' lo avvolgeva. Inizialmente aspetto' nel timore che un minimo movimento avrebbe fatto ricominciare la caduta, sapeva che avrebbe potuto trovarsi sull'orlo di un precipizio, ma la fermezza del pavimento intorno a lui sembrava rassicurante.
Dukat striscio' per diversi metri in tutte le direzioni esaminando il terreno attentamente finche' fu soddisfatto nel capire che non correva nessun immediato pericolo, solo allora si accorse di non avere nessuna ferita: niente sangue, nessun osso rotto, persino i suoi vestiti non sembravano strappati. Allora si alzo' e sorrise; dopotutto la situazione non era cosi' disperata, almeno era vivo e forse avrebbe trovato il modo di risalire in superficie prima o poi.
Improvvisamente si accorse che l'oscurita' non era piu' assoluta, evanescenti lampi di luce venivano verso di lui. In pochi minuti sembrava giorno anche se non riusciva a vedere nessuna fonte luminosa. Si guardo' intorno e si accorse di essere arrivato in una cava chiusa, c'erano muri scuri e scoscesi tutt'intorno, non c'era una via d'uscita.
Dukat guardo' in alto e rimase stupito nel vedere un soffitto roccioso, sembrava immensamente saldo, sicuramente non poteva essere arrivato da li'. Ci poteva essere solo una possibile spiegazione per la sua presenza in questo posto, i Pah-wraiths dovevano averlo trasportato li' e cosi' facendo avevano nuovamente salvato la sua vita. Per una attimo fu grato ai suoi potenti protettori ma subito si chiese che ne era stato del libro sacro del capitano Sisko che era caduto con lui.
"Abbiamo il libro ma non ce ne facciamo niente ora" disse una voce che proveniva da dietro "e Sisko e' scappato."
Dukat si giro' di scatto e la sua faccia si illumino' quando vide l'uomo che si era materializzato nella cava. "Padre!" disse dolcemente. Era il Pah-wraith che di solito adottava la forma fisica di suo padre ogni volta che interagivano. Una parte di lui sapeva che non si trattava veramente di suo padre ma gli piaceva credere che lo fosse. Qualche volta i Pah-wraiths gli chiedevano di fare cose che potevano essere troppo difficili, troppo pericolose o moralmente sbagliate, ma se queste richieste gli venivano fatte dall'entita' che prendeva le sembianze di suo padre soddisfarle sembrava piu' semplice. Ovviamente i Pah-wraith questo lo sapevano bene. Dukat si avvicino' all'entita' e cerco' di abbracciarla, come erano soliti fare quando si incontravano nelle visioni, ma venne scansato malamente e sulla sua faccia c'era un'espressione di rabbia che lui non aveva mai visto prima.
"Hai fallito, Dukat."
"Veramente io..."
"I Profeti e il loro Emissario hanno prevalso. Noi siamo di nuovo intrappolati e non vediamo vie d'uscita. Hai fallito."
Dukat scosse il capo: "No, non ho fallito. Ho fatto tutto quello che potevo. Sisko mi ha colto di sorpresa, mi ha preso con la guardia abbassata", ma non c'era compassione sul viso del Pah-wraith e quindi neanche perdono.
"Eri troppo occupato a pensare come punire Sisko per vedere il suo attacco. La colpa e' tua. Noi ti abbiamo salvato, ti abbiamo protetto, come ci ripaghi ora?"
Dukat capi' la furia del Pah-wraith e tremo' di paura, ma dove lo avevano trasportato?
L'entita' senti' il suo pensiero. "E' un posto dal quale non c'e' via di fuga" disse a Dukat con una fredda malizia.
"Siamo nelle cave di fuoco?" Chiese timidamente Dukat.
"No, la' e' dove giace il tuo corpo. Avremmo potuto lasciare la' anche la tua mente. Sarebbe stato meglio per te passare l'eternita' in uno stato d'incoscienza. Dormire per sempre non e' un brutto destino."
"Io non voglio dormire per sempre, io voglio vivere!" esclamo' Dukat appassionatamente.
Il Pah-wraith rise a bocca aperta "Il tuo intelletto e' cosi' ristretto! Devo sillabartelo? Il gioco e' finito. Non c'e' piu' vita. Loro - hanno vinto e preso tutto. Noi siamo abituati a fluttuare nel tempo per millenni ma tu no. Mi piacerebbe dire che la cosa ti fara' impazzire, ma tu sei gia' pazzo, non e' cosi'?".
Dukat era troppo preoccupato per la sua salvezza per reagire all'insulto. "Padre, ti prego, non mi fare del male. Non volevo deluderti, sono veramente dispiaciuto, mi puoi perdonare?"
Il Pah-wraith non fu per niente toccato dalla sua richiesta "Siamo arrabbiati per la tua incompetenza Dukat, soprattutto perche' ci e' costata la nostra liberta'."
Il Pah-wraith ondeggio' con la mano, la luce ando' via e Dukat si trovo' trasformato, non poteva piu' vedere o sentire il suo corpo, non aveva il controllo dei suoi movimenti. Adesso era una minuscola entita', una piccola particella fluttuante.
"Cosa mi succede?" Urlo' nel terrore Dukat, scoprendo, per un breve momento di felicita', che almeno aveva ancora la facolta' di parlare.
"Sai cos'e' la frustrazione?", la voce del Pah-wraith risuonava molto vicina, "l'essenza della frustrazione e' il desiderare qualcosa intensamente ma il sapere che non potrai mai averla, non importa quanto duro lavori o quanto tempo aspetti. Che cosa desideri Dukat?"
"Voglio essere libero" Disse Dukat con decisione.
"Si', tu vuoi quello. E se fossi libero, che cosa faresti?" La voce non era piu' cosi' vicina come prima.
"Lavorerei per voi, ovviamente. Farei tutto cio' che mi chiedereste".
"Bugiardo!" disse la voce che si allontanava sempre di piu', "Ci sono tre cose che tu vuoi disperatamente. Tu vuoi avere il rispetto di Sisko, ma lui non ti rispettera' mai, vuoi il cuore di Kira, ma lei non ti amera' mai e vuoi governare Bajor di nuovo, ma non lo farai mai piu'"
"Perche' mi stai dicendo queste cose?" Urlo' Dukat furiosamente.
"Perche' tu capisca il motivo delle nostre azioni"
"Quali azioni?"
"La frustrazione e' peggiore quando ti viene continuamente rinfacciato cio' che non puoi avere" Disse il Pah-wraith. La sua voce sembrava cosi' lontana che Dukat dovette sforzarsi per sentirla.
"Il tuo corpo restera' con noi, ma il tuo spirito passera' l'eternita' in un altro posto.", la voce spari' del tutto.
"Aspetta! Aspetta, per favore!" Urlo' Dukat, ma non ci fu risposta, fu lasciato da solo nell'oscurita'.
Dukat era cosi' impaurito che aveva voglia di piangere. Il Pah-wraith aveva separato la sua mente dal suo corpo. Questo era l'inferno? Come aveva potuto arrivare a questo. Come aveva potuto essere mandato in questo posto solitario? Lui aveva voluto salvare i Pah-wraiths, fare la cosa giusta per loro e per la sua gente.
"AIUTATEMI!" impreco', ma fu ignorato.
Improvvisamente Dukat scopri' che poteva vedere di nuovo. Ma non era una visione normale, vedeva tutt'intorno a se', una vista a 360 gradi. Sotto di se' vide una superficie scura e molto lucida, dopo alcuni minuti fu capace di identificarla come una scrivania. Sopra ed intorno a lui c'erano dei muri grigi, delle porte, un computer. Era l'ufficio di Sisko su DS9! Ma non era Sisko che occupava la sedia. Il colonnello Kira, piu' affascinante di come l'avesse mai vista prima, si sedette tranquillamente alla scrivania. Era a meno di un metro da lui.
"Nerys? Nerys, mi puoi sentire?", chiamo' speranzoso. Ma Kira non alzo' la testa ne' guardo' verso di lui. Non reagi' per niente alla sua voce.
Dukat non era pronto ad arrendersi, se il suo spirito era ora su DS9 doveva trovare un modo per contattare l'equipaggio. Erano sempre stati un gruppo di gente compassionevole, perfino Kira era piu' buona di quanto volesse mostrare. Se avessero saputo che lui era intrappolato avrebbero fatto ogni sforzo per salvarlo, cosi' parlo', urlo', impreco' per ore e ore ma Kira non mostro' nessun segno che fece capire di aver notato la sua presenza, semplicemente continuo' a lavorare. Il senso di ottimismo di Dukat ando' scemando, guardo' disperato Kira che se ne andava spegnendo le luci dell'ufficio. Kira fu lontana per parecchio tempo, cerco' di convincersi che lei sapeva della sua presenza ma lo ignorava per punirlo. Ma dentro di se' sapeva che non era vero, forse le sue ultime chiamate potevano essere state ignorate, ma non la prima, Kira avrebbe reagito in qualche modo, il suo improvviso arrivo l'avrebbe shockata e si sarebbe visto dalla sua espressione.
Dukat non aveva nessun modo per misurare il passare del tempo, aveva solo i suoi pensieri che gli tenevano compagnia, era terrorizzato da tutto. Desidero' essere morto.
Dopo un tempo che gli sembro' settimane, ma piu' probabilmente erano ore, Kira torno' e un altro membro dell'equipaggio, un uomo che lui non aveva mai visto, era con lei.
Dukat non poteva sentire la loro conversazione, poteva solo vederli parlare, bocche che si muovevano, gesti con le mani - Dukat rimpianse nuovamente la sua attuale situazione, perfino passare la vita in una prigione federale era meglio di questo.
Successe qualcosa di totalmente inaspettato dopo che l'uomo ebbe lasciato l'ufficio; il Colonnello Kira si sedette alla sua scrivania e per la prima volta guardo' esattamente nella sua direzione. Dukat cerco' di chiamarla e le sue speranze di salvezza tornarono e per un secondo o due sembro' che queste fossero giustificate. Kira gli stava sorridendo e gli stava parlando, ma lui non poteva sentire le sue parole. Tremendamente eccitato rimase in attesa mentre il braccio del colonnello si muoveva verso di lui.
Dukat non percepi' il tocco della mano di Kira ma cio' comporto' altri cambiamenti. Innanzitutto non vedeva quasi piu' niente, solo pochi raggi di luce molto forte attraverso delle piccole fessure, poi, incredulo, inizio' a muoversi, lui non poteva percepire il movimento ma sapeva che stava avvenendo perche' dal poco che vedeva scorgeva gli stessi oggetti di prima ma con un'angolazione diversa. Fu sollevato quando si fermo', non perche' il movimento non fosse piacevole, ma perche' enfatizzava quanto poco controllo aveva sul suo destino.
Le sue dita! Dukat realizzo'; la luce filtrava dalle sue dita. Kira lo avvolgeva completamente; lui era letteralmente nella sua mano. Come poteva essere se lui non aveva nessuna presenza fisica?
Dukat non dovette aspettare molto per la risposta. Qualcosa cambio', ora vedeva Kira da due angolazioni diverse, interna ed esterna contemporaneamente. La visione interna era ancora la parziale oscurita' che aveva visto prima, ma dall'esterno vide... "Oh no, non questo" Kira teneva in mano una palla da baseball, la palla da baseball di Sisko, le sue mani la tenevano stretta, le sue mani tenevano stretto "lui".
Quando Dukat capi' l'orrore della punizione dei Pah-wraith la sua visione esterna spari' e fu di nuovo intrappolato dentro la palla da baseball. Dukat fu spostato di nuovo, fu rimesso al posto di prima e poi Kira tolse le sue mani.
Dukat ora capiva esattamente perche' i Pah-wraith avevano scelto questo posto, questo oggetto, questa donna, capiva perche' l'entita' aveva parlato di frustrazione e sapeva che non se ne sarebbe mai piu' liberato.
Il lungo urlo di terrore e disperazione di Dukat non disturbo' minimamente l'universo corporale, solo i Pah-wraith lo sentirono e furono soddisfatti del loro lavoro.