Intervista di Kerrang
Traduzione di Jadax

“SIAMO STATI VICINI A DISTRUGGERE NOI STESSI…”  

I Rammstein avevano pensato di essersi buttati alle spalle gli anni dei tumulti. E invece sono stati accusati di incitare il terrorismo… 

Ai Rammstein non importa la gran vita. A Parigi per promuovere l’uscita del nuovo album “Rosenrot”, il cantante Till Lindemann, il chitarrista Paul Landers e il batterista Christoph Scnheider hanno affittato uno yacht attraccato lungo la banchina del fiume Senna, con vista sulla Torre Eiffel.  Il catering gli portava caffè espresso e biscotti, mentre loro si crogiolavano al sole e rispondevano alle domande su un album che nessuno si aspettava così presto. Dopotutto non è passato nemmeno un anno da quando il 2004 ha accolto entusiasticamente “Reise, Reise” e – sottolineato dal loro sguardo un po’ annoiato mentre l’interprete gli chiede in tedesco “Perché così presto?” – questa è la prima domanda sulla bocca di tutti. 

NON AVETE APPENA FATTO USCIRE UN ALBUM?

T: Sì, ma è come quando c’è abbastanza acqua calda nella doccia per farne due. Qualcuna delle canzoni che avevamo scritto per “Reise, Reise” aveva così tanta “presenza” che abbiamo pensato di dover fare un altro album.

C: L’idea stessa dell’album era di fare un seguito di “Reise, Reise” perché avevamo scritto più canzoni buone di quante ne potesse contenere, per cui abbiamo deciso di aspettare, fare il tour, e poi inserirle nel nuovo disco. 

RICHARD (CHITARRA) HA DETTO A K! CHE IL GRUPPO ERA SUL PUNTO DI SCIOGLIERSI DOPO “MUTTER”…

T: E’ vero che dopo l’uscita di “Mutter” sapevamo di dover prenderci una pausa da noi stessi, in modo da poter rimanere creativi. Ogni pugile che ha fatto nove round ha bisogno di una pausa.

C: Dopo “Mutter” abbiamo perso un po’ del nostro affiatamento, dell’equilibrio all’interno del gruppo. Prima ognuno aveva il proprio posto, ma poi alcune persone hanno iniziato a voler controllare tutto ed imporre le proprie idee. Siccome non tutti noi avevamo questa forza di combattere riguardo ogni cosa, sembrava più facile dargliela vinta. Questo non andava bene, per cui abbiamo deciso di prenderci una pausa e non vederci per un po’. 

CHI E’ STATO IL RESPONSABILE DI QUESTO DISEQUILIBRIO?

P: Non farò nomi, ma uno di noi è uscito di strada. Stava diventando veramente stancante, ma poiché siamo in sei, eravamo abbastanza per far andare avanti la cosa, anche a dispetto di tutto ciò. Essere in sei non è una gran cosa perché di solito non ci sono abbastanza soldi una volta divisi tra di noi. Ma è questo che ci ha salvati.  

SI DICE CHE RICHARD ABBIA INIZIATO UN PROPRIO PROGETTO PARALLELO, EMIGRATE, NEL 2004…

T: Sì, ha iniziato il suo progetto da solista per incanalare la sua energia da qualche altra parte, e ciò ci ha veramente aiutati. Gli ha dato uno sfogo che nei Rammstein non aveva.

C: Con Richard abbiamo avuto il problema più grosso nel gruppo. Ma ora che ha un proprio progetto, non è più quello che ci dice come fare all’interno del gruppo, ed è un bene. Siamo molto più rilassati, ora.

P: Abbiamo imparato come sopportare i nostri reciproci difetti, e andiamo avanti. 

L’UNICO PROBLEMA ERA DAVVERO QUELLO MUSICALE?

P: I problemi sono stati solo interni. Quando i gruppi diventano ricchi e famosi, questo può far perdere la testa alle persone, quindi molto è stato dovuto all’adattarsi a questa nuova condizione. Siamo stati vicini alla nostra autodistruzione. Anch’io ho aggiunto la mia parte di problemi. L’abbiamo fatto tutti.  

SEMBRA CHE VOI NON ANDIATE TANTO D’ACCORDO…

T: Sì, ma ci sono sempre un sacco di discussioni, un sacco di disaccordi su come strutturare una canzone. È sempre come se tutto fosse sul punto di scoppiare. C’è sempre un sacco di tensione. Questo sono i Rammstein.

 

Una cosa all’oggi è chiara: la calma ritrovata dai Rammstein non li ha resi meno enigmatici, anche se l’assenza del chitarriste Richard Kruspe-Bernstein durante lo svolgimento di questa giornata è rivelatoria. Non vogliono entrare nello specifico dei problemi che hanno affrontato, ma un ascolto dell’album conferma che, a dispetto dei disaccordi con Richard, i Rammstein non hanno subito alcun calo di creatività. L’opening-track “Benzin” è uno stormo di riff e beat martellanti, “Ein Leid” una ballad sorprendentemente intensa. Ma è sicuramente “Te Quiero Puta” – completa di trombe messicane e testo in spagnolo – a segnalare che i Rammstein non hanno perso la loro energia nel sorprendere le aspettative dei fans.

“Potrebbe sembrare che tutta la storia di Richard sia stata una cosa drammatica, ma abbiamo tutti suonato per dieci anni prima dei Rammstein – dice Paul sdraiandosi al sole pomeridiano – Siamo già passati per tutti i nostri alti e bassi prima di diventare famosi. La vera distruzione arriva quando sei troppo giovane e non riesci a tener testa a tutto questo. È un problema che i Rammstein non hanno mai avuto”. 

“REISE, REISE” HA FATTO NASCERE MOLTE CONTROVERSIE. “MEIN TEIL” PARLAVA DI CANNIBALISMO…

C: Sì, molti critici tedeschi l’hanno trovata di cattivo gusto. Ma a noi piace la provocazione. Ci sembra sia un po’ il nostro lavoro. Chi altro lo farebbe? È musica rock, per cui dovrebbe essere brutale. Non è fatta per qualche sofisticata sessione di ascolto… 

SEMBRA SIA LA STAMPA TEDESCA AD AVERE I MAGGIORI PROBLEMI…

C: E’ vero. I tedeschi sono molto sensibili riguardo la loro storia e il modo in cui il mondo li vede… come se: “Oh, il mondo ora penserà che ora noi mangiamo le persone!”. È ridicolo. È come le molestie ai bambini negli Stati Uniti. Nessuno pensa che tutti gli americani siano pedofili, ma l’arte e la musica spesso riflettono la parte peggiore della società. 

E’ STATO RIPORTATO CHE I TERRORISTI NELLA CRISI DEGLI OSTAGGI A BESLAN – DOVE SONO STATE UCCISE 344 PERSONE – ASCOLTAVANO I RAMMSTEIN…

T: Ci sono state molte chiacchiere al proposito, ma se ci sono sentimenti radicali in certe persone, qualsiasi cosa può risvegliarli – un quadro, una foto, qualsiasi cosa. È giusto una coincidenza che ciò sia accaduto con la nostra musica. È importante pensare a cosa ha provocato le loro decisioni, come sono diventati delle bestie, non i loro gusti musicali. Ogni volta che accadono cose simili, è sempre: “Ok, diamo la colpa all’artista”. Stronzate.

C: La nostra musica è fatta per liberare l’aggressività, e le persone che la ascoltano hanno anche loto bisogno di farlo. Non è colpa nostra. Dovremmo smettere di fare musica pesante solo perché alle cattive persone potrebbe piacere? 

NON VI SCOCCIA CHE PERSONE DI QUESTO GENERE ABBIANO A CHE FARE CON LA VOSTRA MUSICA?

T: Sicuramente è una sensazione strana, ma non ci siamo mai seduti a decidere di fare una canzone provocatoria. Come con “Mein Teil”, che parla di un annuncio su internet dove questo tizio voleva essere mangiato. Un altro tizio gli ha risposto. Noi abbiamo solo deciso di raccontarlo.

C: La nostra musica non ha fatto diventare i terroristi quello che sono. La musica è solo una parte della società. Non è tutto causa-effetto. La persona che ha inventato la pistola non è responsabile di tutte le guerre nel mondo. Tutte queste cose “oscure” sono parte di noi in quanto esseri umani. La gente deve imparare ad accettarle. 

VI ASPETTATE SIMILI CONTROVERSIE CON “ROSENROT”?

T: Non voglio dire nulla riguardo le canzoni. È come per un mago rivelare i propri trucchi. 

QUAL E’ IL PUNTO PIU’ ALTO DELL’ALBUM SECONDO VOI?

T: Al momento, c’è una canzone che nessuno ha ancora ascoltato. Ci sono io che duetto con Shirleen [Spiteri] dei Texas. È veramente una donna fantastica. L’abbiamo incontrata a Stoccolma ed è stata una bella esperienza per noi. È molto intelligente. Quella è stata veramente un’esperienza  fantastica. “Really cool”.  

UNA DELLE CANZONI PRESENTA ANCHE UN GRUPPO MARIACHI. ALCUNI VOSTRI FAN NE RIMARRANNO INORRIDITI.

P: Però funziona. Le trombe messicane sono state proprio una bella idea. In “Reise, Reise” abbiamo avuto un momento country con “Los” e le reazioni sono state talmente positive da incoraggiarci a sperimentare ancora, e provare cose ancora più strane. Prendiamo ispirazione da qualsiasi cosa ci passi per le orecchie. Se cammini sulle orme di qualcun altro, non lascerai alcuna traccia. Sarei felice se andassimo avanti a fare un altro album veramente “heavy”.

C: Ad esempio, io sto ascoltando i Coldplay in questi giorni. Il primo album è stato il migliore, ma ascoltiamo semplicemente qualsiasi cosa ci piaccia al momento. Questo però non vuol dire che li seguiremo.  

EHM… TI PIACCIONO I COLDPLAY?

C: Mi piacciono da tempo. Hanno delle canzoni molto belle. 

CON COSA PROPRIO VI RIFIUTERESTE AD ANDAR OLTRE? CON LA MUSICA DISCO?

P: Se è un buon album di musica disco, non avrei nulla contro di esso. Non ci interessa lo stile, finchè ci piace e ci fa felici.