Il prof. Piton è, dunque, stato pienamente assolto dalle accuse di essere ancora un Mangiamorte e di aver ucciso volontariamente il preside Silente per un qualche oscuro motivo (dando per scontato che il preside sia realmente morto, in base alle recenti dichiarazioni di J.K. Rowling).
Sono sempre stato uno strenuo difensore del prof. Piton ed, alla luce dei fatti, oggettivamente intesi, non mi è stato difficile provare, con un ragionamento semplice e lineare, la sua innocenza dalle accuse di essere ancora un Mangiamorte ed un assassino. Certo, è stato un Mangiamorte, ha ucciso una persona. Ma, prima di arrivare ad una conclusione basandoci solo ed esclusivamente su un singolo dato di fatto, dobbiamo anche analizzare tutte le circostanze correlate a questo dato di fatto. Come diceva Cicerone, prima di giudicare dobbiamo porci sei domande probatorie:
1. Quis: chi è testimone dei fatti? Una persona veramente imparziale o che potrebbe avere una versione distorta della realtà o peggio, dei pregiudizi nei confronti dell’imputato?
2. Quomodo: in che modo siamo giunti a conoscenza dei fatti? Siamo ben sicuri che tali modalità non siano state “filtrate” da persone di parte?
3. Ubi: dove esattamente è avvenuto il fatto? C’era il rischio intercettazioni? L’imputato, magari un doppiogiochista, oltre ad essere costantemente intercettato dai buoni, poteva essere anche costantemente intercettato dai cattivi e doveva quindi comportarsi di conseguenza?
4. Quando: quando è successo? C’è il rischio di una falsa o imprecisa testimonianza?
5. Quid: che cosa è esattamente avvenuto? E’ oggettivamente verificabile?
6. Cur: perché lo ha fatto? Qual è il suo scopo recondito?
Credo, con le arringhe difensive relativamente all’imputazione 2 e 4, di aver dato risposto ampiamente a queste sei domande che ognuno, e soprattutto ogni persona chiamata a giudicare qualcuno, dovrebbe porsi. D’altronde, ogni persona che ha espresso liberamente le sue opinioni in merito in questo processo ha dato pienamente ragione a me ed ad ogni avvocato difensore del prof. Piton.
L’imputazione però più problematica, quella che, personalmente, mi ha dato, in un certo senso, più filo da torcere, è stata certamente la numero 3, ovverosia quella di aver provocato rilevanti danni fisici e/o psicologici agli studenti di Hogwarts, con l’utilizzo di vari mezzi magici e/o materiali e/o psicologici. E’ stata l’imputazione per cui mi sono impegnato maggiormente cercando di difendere il prof. Piton, per quest’imputazione ho scritto l’arringa più lunga e certamente più complessa, arringa che, forse, i più non avranno letto sino in fondo. E’ stato certamente difficile difendere un professore come lui, tenendo conto dell’alta percentuale di votanti di giovane età, che non hanno potuto ancora verificare i vantaggi dell’aver avuto un insegnante “pedante e rompiscatole”. Vantaggi che si concretizzano, principalmente, nell’essere già stati preparati per il lungo e difficile cammino che ci aspetta non solo all’Università, in cui verremo giudicati soprattutto per il nostro metodo di studio e non per le difficoltà che abbiamo affrontato durante la nostra vita privata, ma, soprattutto, nell’essere già stati preparati per quello che ci aspetta nel corso della vita e del lavoro, in cui verremo giudicati per la nostra stabilità, interiore e psicologica, e per la nostra preparazione. Tutto ciò si acquisisce con il passar del tempo, certo, ma le fondamenta sono preparate dai nostri genitori ed educatori, come Severus Piton, che non ha avuto certo una vita facile e che quindi può aiutare i suoi studenti a porre delle basi solidissime per la loro vita futura.
Sono uno strenuo difensore di Severus Piton come insegnante e, di conseguenza, dei suoi metodi educativi, per il semplice fatto che in lui si sommano diversi insegnanti che mi hanno accompagnato lungo la mia vita di studente, iniziando dalla mia maestra elementare, che non ci ha mai lesinato uno schiaffone quando strettamente necessario e senza mai sconfinare nell’abuso fisico, proseguendo con la mia professoressa di materie umanistiche al ginnasio che non ha esitato a tirarmi le orecchie di fronte all’intera classe perché non mi applicavo in latino, con la mia professoressa di inglese in quarto ginnasio che è ancora il mio peggior incubo ma che mi ha dato una preparazione ottima nella sua materia, per finire con il mio professore di chimica al liceo, materia che non amo nella maniera più assoluta e di cui non capisco niente, ma che, così come i suoi colleghi, mi ha trasmesso qualcosa: un metodo di studio che mi è servito moltissimo in altre materie e la voglia di cercare di capire le cose, prima di sventolare bandiera bianca, con la soddisfazione di poter dire: “Vabbè, non capisco, non ci arrivo, ma almeno ci ho provato, mi sono impegnato, ho dato il meglio di me stesso”.
Tutti questi professori, esattamente come il prof. Piton, hanno avuto certamente un comportamento che, per chi non li conosce bene e non ha potuto apprezzare, con il passare del tempo, i frutti del loro modo di insegnare, potrebbe sembrare minaccioso, provocatore di chissà quali danni psicologici. Tuttavia, con il passare del tempo, hanno dato, appunto, dei frutti. Quello che sono diventato (non certo un genio, ma, per lo meno, un onesto cittadino e, spero, una persona preparata nel mio mestiere) lo devo sostanzialmente a loro, alla loro metodologia didattica, che mi ha trasmesso qualcosa: la voglia di non tirarmi mai indietro, di impegnarmi sino in fondo prima di arrendermi, di non fare facile vittimismo. Sul momento li ho odiati a morte, certo, e per questo, sono sicuro, non è stato giudicato innocente da quest’accusa, a mio avviso, insensata e priva di fondamento: perché è stato giudicato per lo più da persone che non hanno ancora avuto modo di apprezzare tali metodi educativi, ma che, sono sicuro, li apprezzeranno con il passare del tempo, quando ne vedranno i frutti, come ho fatto io.
L’ho difeso, infine, per il suo essere soprattutto un modello: un antieroe, malvisto e bollato come malvagio solo perchè ha fatto alcuni sbagli nel passato, passato di cui non potrà mai liberarsi, nonostante tutto, perché è ossessionato dai suoi errori, di cui non riesce a perdonarsi, perché è perseguitato dai suoi demoni, di cui non riesce a liberarsi. Ma che ci prova.
Alla fine della mia arringa difensiva per l’imputazione 3 vi avevo lasciato con una domanda: voi, dunque, chi preferireste avere come insegnante? Io, per i motivi che vi ho spiegato, ho già scelto: Severus Piton. E voi?